Alcuni hanno trovato lavoro, altri lo stanno cercando.
Cinzia, socia Re-Plaid
In questo progetto però tutti abbiamo trovato un "noi".
Re-Plaid è un progetto collettivo che ruota intorno a un’idea: creare plaid, design tessile, puppets, oggetti d’arredamento e in generale pezzi unici a partire dal riciclo dei maglioni usati. Nasce da professionisti del graphic design, della moda e della comunicazione e soprattutto dalla solidarietà di molte persone che condividono il sogno di un’economia più etica. Come associazione Re-Plaid promuove, oltre al riciclo, l’impatto sociale positivo del lavorare in rete in una fase critica dell’economia che ha cancellato i posti di lavoro dei suoi fondatori.
Come è nata questa idea, quella di riciclare maglioni usati per realizzare oggetti?
E’ una domanda ricorrente, per la quale non c’è una risposta matematica ma una narrazione. Diciamo che le due anime del progetto, Lidia e Cinzia, erano le due socie di un’agenzia di pubblicità di Reggio Emilia che stava accusando pesantemente i colpi della crisi economica. Nel 2013, l’agenzia è costretta a sospendere l’attività in attesa di tempi migliori.
Quali tempi migliori?
Il tessuto economico in quell’anno “13” cambiava velocemente, insieme all’identità della professione di grafico. Molte le professionalità del settore coinvolte in un logorarsi prima della qualità poi della quantità del lavoro.
Due le emergenze.
Primo, come sopravvivere. Secondo, come farlo senza soccombere all’inasprimento del mercato, alla tensione emotiva che cresceva intorno ad una disoccupazione sempre più irrimediabile.
“Creatività ed energia”.
In quel periodo, Lidia dedicava il proprio tempo libero alla realizzazione di coperte in lana riciclata. Era giugno e nei punti di vendita dell’usato i maglioni erano in svendita. Un’occasione. La prima coperta aveva una bellezza infinita, da progetto di lungo respiro.
Perché non chiamarci “Re-Plaid”?
Il gruppo è aumentato da due a tre persone, poi quattro, cinque. Persone provenienti dal mondo della comunicazione e dei servizi, dalla pensione minima, dal ritiro religioso, dalla moda. Un mix esplosivo, un punto di aggregazione tra persone in difficoltà con un desiderio in comune molto forte: esprimere un grande senso della solidarietà, un aiutarsi reciprocamente che ha ben presto contagiato gli amici, anche quelli con il posto “fisso”. La viralità solidale tra amici si propagava, tanto quanto, invece, la solidarietà “istituzionalizzata” del territorio mostrava freddezza e diffidenza verso questa idea di cui si comprendeva la natura etica ma non quella economica.
Re-Plaid è nata così, come gruppo informale di persone con la voglia di aiutarsi, ciascuno dei quali ha messo in campo la propria creatività e tutte le proprie abilità. Alle coperte, si sono aggiunti i topi in lana riciclata, poi i gufi, i gatti, i pipistrelli, i mercatini, le fiere tematiche del 2014... poi i progetti con il cartone, la plastica, poi la creazione dell’associazione nel 2015.